G. Ghiselli: Nota a margine sul “Corpo del Docente” di Alberto Melloni.

Nota a margine sul…
“Corpo del Docente” di Alberto Melloni.
Caro Direttore, ti mando una mia nota a margine in merito all’articolo di Alberto Melloni sul quotidiano Repubblica del l6 di questo mese. Il greco si legge non traslitterato con il font Hellenica. Un caro saluto – Giovanni Ghiselli.
Caro Gianni, ti ringrazio e, per i ns. Lettori, ecco l’incipit del pezzo:
Lezioni online e didattica a distanza: i limiti della scuola digitale L’insegnamento a distanza è obsoleto e ha varie criticità: allarga la forbice sociale e demotiva la vocazione dei professori. DI ALBERTO MELLONI da REPUBBLICA:
16 APRILE 2020 – Un errore grossolano grava sulla discussione italiana sulla scuola e l’università ai tempi del Covid 19. Quello di chi crede che l’insegnamento a distanza, impiantato con eroico fai-da-te a fronte del trauma del distanziamento, coincida con la trasformazione digitale della formazione o almeno ne sia la premessa. L’insegnamento a distanza, in realtà, è piuttosto obsoleto e ha varie criticità. Spesso entusiasma chi ha una concezione … SEGUE IN:
https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/04/16/news/il_corpo_del_docente-254136607/
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Oggi scrivo qualche parola sulla didattica prendendo spunto da un articolo di Alberto Melloni intitolato Il corpo docente (“la Repubblica”, 16 aprile, 2020, p. 28). La frase chiave è “il sapere si costruisce solo nella relazione”. Tutto l’articolo è critico nei confronti dell’insegnamento a distanza, il quale, scrive Melloni: “in realtà è piuttosto obsoleto e ha varie criticità. Spesso entusiasma chi ha una concezione “trasmissiva” del sapere, immaginato come un pacco da recapitare via web, facendo parti uguali fra diseguali”.
Condivido queste parole e ne aggiungo delle mie che ricavo da 41 anni di insegnamento nelle scuole dalle Medie all’Università e da altri dieci anni di conferenze in scuole dalle Elementari alle Università, biblioteche, associazioni culturali, convegni e festival vari. Diverse centinaia oramai. La lezione o conferenza, certamente, deve dare informazione ma non solo: deve fornire anche i mezzi per incrementare lo spirito e critico e potenziare l’intelligenza che è visione panoramica almeno di una disciplina, in greco suvnesi”, capacità di cogliere i nessi, di mettere insieme (sunivhmi). Il docente bravo è anche un educatore: stimola la capacità critica nell’allievo, lo rende kritikov”, lo mette in grado di dare giudizi (krivnein) autonomi. Il bravo docente è una persona che ha letto molti scritti degli ottimi autori, ne ha ricavato dapprima nozioni e dati, poi è arrivato a sintetizzarli in idèe.
Le idèe, esposte come si deve, diventano visioni (ijdei’n, video). Ho sempre pensato che il professore il quale parla e scrive in maniera poco persicua, poco chiara, non ha chiarito né capito lui stesso quello che deve fare intendere a chi lo ascolta. Chi possiede mentalmente le parole che dice le rende con evidenza (perspicue), le fa vedere. Mi sono sempre occupato di letteratura greca e latina comparata con le europee più a loro connesse, e ho cercato di collegare le opere letterarie ai fatti della storia e ai pensieri della filosofia. Credo di avere dotato di strumenti critici, etici, estetici non pochi tra i miei ascoltatori. L’ultima conferenza l’ho tenuta l’11 febbraio scorso, poi è cominciata la clausura del nostro scontento.
Continuo a scrivere sul blog siccome mi leggono in tanti, però comprendo bene di non poter dare a chi mi legge quanto presento a chi mi ascolta. Le parole per essere recepite del tutto, i concetti per essere capiti bene, le idee per essere viste, hanno bisogno di spegazioni attraverso riferimenti e nessi evidenziati. Bisogna spiegare Omero con Omero:“ {Omhron ejx JJOmhvrou safhnivzein”[1], scrive Aristarco di Samotracia[2]. Aggiungo Lucrezio con Epicuro, Terenzio con Menandro, Seneca con i maestri della Stoà, Shakespeare con Seneca e Plutarco, Euripide con Aristofane, Filemone e Nietzsche. E così via.
Questo non è possibile farlo bene se non parlando. Io sono altresì convinto che il maestro tanto più è bravo quanto meno legge siccome è capace di ricordare e citare con precisione. La citazione presenta la carne viva del testo e dell’autore, rammenta i versi e le frasi belle che hanno colpito sfera emotiva, e proprio per questo sono rimasti nella memoria, tocca la sensibilità degli spettatori che danno importanza a quelle parole e potenziano la propria sensibilità estetica ed etica siccome il bello è anche buono come ci hanno insegnato con kalokajgaqiva i Greci[3], maestri miei e degli altri miei maestri europei
Giovanni Ghiselli
https://giovannighiselli.blogspot.com/2020/04/una-nota-di-didattica-diretta-in.html
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Note: [1] Schol. B a Z 201. [2] 217 ca-145 a. C. [3] Leopardi: Quello dei Greci era : “un popolo che, eziandio nella lingua, faceva pochissima differenza dal buono al bello” (Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri ).